Antonia Caruso
9 min readFeb 21, 2023

Ma vediamo come Guia Soncini pretende di avere ragione:

Il complesso di Edipo king

Come sempre si comincia alla grande con un gioco di parole tra Edipo Re e Drag King. Cultura ultraclassica e cultura queer.

Il delirio postmodernista di credere ai bambini che vogliono essere trans (o Batman)

Per chi non conoscesse la nostra avvelenata, probabilmente dalla sua stessa bile, ha già chiaro che questo non è un pezzo di giornalismo ma di opinione. Opinione molto opinabile, è già tutto piuttosto chiaro sia per i termini che per l’argomentazione principale. Forse non dovrebbe servire nemmeno leggere il pezzo intero, forse avrei dovuto fare così.

Delirio è già una valutazione. Non un discorso, non un problema, ma un vaneggiamento che non va preso sul serio.
Postmodernista è molto postmoderno, parla di mancanza di saldi principi, inneggia al relativismo e alla fine delle grandi ideologie. Forse Soncini è una modernista nostalgica del ventennio, chissà.

Credere è il modo in cui si struttura il delirio. Il delirio è la creazione di un’altra realtà, una realtà dove i bambini che a loro volta inventano altri mondi.

Il delirio quindi è assecondare la fantasia di bambini che giocano a voler essere altro. Accostare essere trans o batman sono cose di fantasia.
Puoi far finta di essere Batman o di essere trans come una fantasia di gioco ma poi tutto torna come prima. Ma se l’identificazione con Batman, a meno che non comprenda l’omicidio dei propri genitori e l’essere un adulto paranoico, non comporta niente altro che questo, essere trans invece è tutt’altro. Nell’accezione comune dove rientra l’opinione di Soncini, significa ormoni e chirurgia. Essere Batman è reversibile, essere trans no.

E comunque:

  1. essere trans non vuol dire nulla, si è trans rispetto a qualcos’altro non trans in assoluto,
  2. essere trans è una categoria culturale, ci si dice trans quando si conosce il significato in quel momento storico. Non ci si dice trans secondo l’idea che Soncini o qualsiasi altra donna cis ha dell’essere trans.

Sturgeon, Rowling e la consapevolezza che la cosa più antiscientifica e dannosa che si possa fare alla scienza è rifiutarsi di metterla in discussione

Al di là dell’indicizzazione per cui i nomi sono utili, Sturgeon e Rowling vengono accostati a un discorso su scienza e antiscienza come se fossero scienziate.

Comunque le parole chiave dell’url sono bambini, trans, ormoni. L’argomento è quello, anche se poi è sempre altro, credo a seconda dell’umore di Soncini.

https://www.linkiesta.it/2023/02/bambini-trans-ormoni/

Credere ai bambini che vogliono essere accusa sia adulti che i bambini perché la volontà dei bambini è qualcosa che
a) si può non tenere in considerazione
b) credere ai bambini è antiscientifico perché i bambini inventano le cose.

Spero che gli avvocati di Baricco non mi chiedano le royalties se saccheggio per la milionesima volta quelle sue due righe per dire che accadono cose che sono come domande, passa un minuto oppure anni e la vita risponde.

Classico incipit soncinesco, iniziare il pezzo parlando d’altro.
Qua ci dice che:
a) Baricco ha gli avvocati, (non uno, un team) e lei no, altrimenti gli avvocati di Baricco si sarebbero rivolti all’avvocato di Soncini
b) Baricco potrebbe essere uno spilorcio che chiede soldi per le sue frasi
c) comunque Baricco ha il solo merito di aver scritto “quelle sue due righe” e niente altro
d) Baricco è uno importante in ambito culturale perché ha avvocati-che-chiedono-royalties, lei no ma lei è autoironica e che è quasi costretta a usare le parole del ricco Baricco perché sono molto profonde.

In questo caso, un giorno: ragionevole via di mezzo tra minuto e anni.

Grande sfoggio di arguzia, anche se la via di mezzo tra minuto e anni potrebbe essere una settimana invece che un giorno, ma un giorno serve a delimitare. Un giorno è un tempo abbastanza lungo perché succedano tante cose e abbastanza breve perché queste cose non vengano dimenticate.

Un giorno tra la lettera degli editorialisti del New York Times, e l’editoriale di Pamela Paul. Un giorno tra la resa di Nicola Sturgeon e un altro editoriale, sul Washington Post.

Qui cita tre testi e un fatto. Due testi non sono linkati quindi non sono verificabili, il terzo rimanda a un altro articolo di Soncini che non userei mai come fonte affidabile che finalmente porta a un articolo del New York magazine. Soncini ha creato una nuvola di fumo di riferimenti che il lettore o la lettrice non può cogliere a meno che non abbiamo qualche ora a disposizione. Però Soncini ne sa più di chi legge e qui è uno dei momenti in cui ci tiene a fartelo sapere.

Ma, prima di parlarne, bisogna chiarire il contesto.

Ha creato lei stessa un mistero e ora vuole risolverlo. Tu che leggi ormai sei nella sua rete. Arrenditi.

Il contesto delle opportunità sanitarie rispetto alla disforia di genere in America è, innanzitutto, un contesto americano.

Sarebbe più corretto dire statunitense ma va bene, può citare editoriali che ha letto solo lei ma può usare americano, ma almeno arriva al punto non senza creare ulteriore attesa, comunque abbiamo un quando e un dove.
Ha un che di ironico, perché Soncini sa benissimo che ha scritto una frase che non dice nulla se non che ti sta dicendo qualcosa e quell’innanzitutto è lì per ricordarlo che lei è sempre presente e sa quali sono le priorità. Prima un paragrafo a caso su Baricco e poi il contesto.

Cioè relativo a quel paese in cui ogni giorno si leggono storie dell’orrore su donne che sono dovute andare in un altro stato a liberarsi d’un feto morto contenuto nel loro utero e per il quale stavano andando in setticemia.

Qui inizia a costruire la sua struttura retorica dicendo che gli Stati Uniti è un posto orrendo per le politiche antiabortiste estendendolo a qualsiasi altro ambito, che ovviamente non c’entrano con la questione disforia. Liberarsi di un feto morto contenuto nel loro utero è una descrizione abbastanza cruda e chi legge non può che seguire il disgusto che Soncini vuole fare provare.

Riformulo, casomai non fosse chiaro: un paese che, quando la sua Corte suprema ha stabilito che un cavillo relativo alla privacy non bastava a permetterti d’abortire, non è riuscito a elaborare leggi locali sensate per cui, anche se l’interruzione volontaria di gravidanza non è consentita, una tizia che ha avuto un aborto spontaneo possa farsi fare un raschiamento senza che l’alternativa sia il suo morire d’infezione come se fossimo nel ’500, o l’andare i suoi medici in galera come se fossimo in un romanzo della Atwood.

Un altro paragrafo dove parla di altre cose solo per posizionarsi come voce che ha ragione secondo la logica del “Se ho ragione sulle leggi sull’aborto ho ragione anche su altro”.
Sta preparando il terreno, continua nel rendersi molto presente nel discorso con un Riformulo, casomai non fosse chiaro. Sottolineando che qualcosa che lei stessa ha scritto ribadisce che è lei che racconta, è l’affabulatrice. Ah sì e ha letto il racconto dell’ancella.

Poi c’è una contrapposizione tra Corte suprema e una tizia. La corte suprema fa cose che fanno ripiombare nel 1500 (quando gli Stati Uniti proprio non esistevanoda esistere, e comunque si moriva di infezione più o meno per altri tre secoli ma almeno non ha citato il Medioevo) o in un romanzo di fantascienza. Due luoghi, il passato e il futuro che sono peggio del presente se solo la Corte Suprema lo volesse.

Comunque: una tizia.

A un paese il cui buonsenso sta messo così, l’americanizzazione dell’occidente ha affidato il ruolo di guida morale sul tema.

Finalmente al quinto paragrafo arriva al punto. Subito dopo la Corte suprema Soncini fa un salto e tira fuori il buonsenso, ma pur non conoscendo i principi alla base della Corte suprema non credo ci sia il buonsenso. Nemmeno Soncini lo spiega quindi che Corte Suprema e buonsenso possano essere sovrapponibili è una congettura a cui chi legge deve credere, cioè il delirio postmodernista di credere che la Corte suprema degli Stati Uniti si basi sul buonsenso.

Nella stessa frase usi vari registri linguistici.
Sta messo così è colloquiale e avvicina di chi scrive a chi legge.
Americanizzazione dell’Occidente, che non credo sia un dato, al limite un processo culturale, ma qui Occidente sta per Europa perché l’America come farebbe ad americanizzarsi da sola?
Affidare un ruolo è una formulazione ufficiale, soprattutto se il paragrafo precedente parla di leggi.
Guida morale altra formulazione altisonante e ufficiale.

Quindi: un processo culturale ha affidato agli Stati Uniti un ruolo di guida morale. È ovvio che è un artificio retorico perché c’è una personificazione di processi e istituzioni che si muovono non sul piano giuridico ma su di un vago piano morale.

«se mio figlio gioca con le bambole e si declina al femminile, mio figlio che ha due anni e non sa la grammatica e non sa la biologia e non sa allacciarsi le scarpe, sarà il caso di fargli cominciare un percorso medicalmente assistito verso la transizione di genere?»

Tutto questo per sparare un virgolettato. Le virgolette fanno entrare nel discorso qualcosa di esterno e regalano un fresco senso di veridicità.

Il tono però è colloquiale e sarcastico e si contrappone a Affidare il ruolo di guida morale. Soncini usa spesso questo gioco di contrapporre registri diversi (che è un’altra cosa postmoderna) per suscitare un melange emotivo.

Prima ha creato un impianto di ufficialità che il virgolettato scaraventa verso il basso.

E qui arriva qualcosa che Soncini pensa sia terribilmente arguto ma che sono anni che viene usato dalla propaganda antigender: i bambini vanno salvati da loro stessi perché non sanno quello che vogliono, qualsiasi loro esternazione è frutto di una fantasia infantile.

Se mio figlio gioca con le bambole e si declina al femminile sono due elementi che messe vicine possono far pensare a un rapporto di causalità e, azzardo, quel Se può funzionare sia da condizione per due significati. Uno grammaticalmente corretto:

Se mio figlio gioca con le bambole e si declina al femminile allora sarà il caso di fargli cominciare un percorso medicalmente assistito

e uno più sottile:

Se mio figlio gioca con le bambole allora si declina al femminile.

In ogni caso tra le due cose non c’è un legame causale. Sono due cose compresenti.

Prima parte: mio figlio fa cose che non dovrebbe fare come giocare con le bambole e declinarsi al femminile.
Seconda parte: mio figlio è ignorante e non sa le basi della vita e della sopravvivenza come la grammatica, la biologia e nemmeno allacciarsi le scarpe.

Insomma sto poro figlio non ne fa una giusta.

Il figlio non gioca con le bambole e si declina al femminile, cioè fa cose normali, giocare e declinarsi, ma con una specifica di genere sbagliata che qualificano le azioni in maniera negativa, ma siamo ancora in un ambito di consuetudine.

Con la frase successiva si entra in un registro di ironia paradossale.
Sia Soncini che chi legge sanno che è normale che una persona di due anni non sappia la grammatica e la biologia. Nonostante sia chiara l’ironia rafforza l’idea che non sappia decidere per sé. Il terzo elemento di ignoranza è una cosa del tutto fuori posto che ancora di più rafforza l’effetto comico se non fosse che è totalmente fuori luogo perché appunto subito dopo si parla di percorso medicalmente assistito.

La domanda è, anche ma non solo per il modo in cui è stata posta, retorica.
Perché la risposta è no. Una persona di due anni non può iniziare un percorso medicalmente assistito perché presuppone l’assunzione di ormoni che nessuna persona di due anni dovrebbe prendere. È anche una domanda talmente malposta che può avere solo risposte negative o comunque sbagliate.

Farebbe ridere, se non ci fosse da preoccuparsi.

Qui Soncini prima la butta volontariamente sul comico per poi andare nella direzione opposta e dire no questa è seria. È come fare una battuta macabra e quando il pubblico ride interrompere dicendo no dai non scherziamo, è morto qualcuno. Che se rimaniamo su un palco fa parte del gioco, se parliamo d’altro non sempre può funzionare.

E qui basta mollo. Avevo iniziato mossa dalla pedanteria che ogni tanto mi prende, dal piacere intellettuale di fare la pulci alla manipolazione retorica di Soncini sul suo stesso piano. Se usi la retorica, ti smonto la retorica. Però era troppo, mi sono innervosita, mi ha rovinato una giornata intera, non sarei mai riuscita a finirlo. Più persone mi hanno detto ma chi te lo fa fare. In effetti chi me lo fa fare? Solo il perenne stordimento di fronte alla retorica e a quanto può essere infinitamente stronza Guia Soncini.

Se avessi dovuto scrivere questa cosa per una rivista una défaillance del genere non sarebbe stata possibile. E qui sta una delle differenze maggiori. Soncini se ne può fregare di qualsiasi coerenza, di qualsiasi rigore. Chi non ha il suo status può al limite arrancare in noiose analisi che qualche rivista online se va bene sottopaga, ma questo è un altro discorso.