Antonia Caruso
4 min readJun 12, 2024

--

Il mese del pride è il mese delle immagini del Pride (abbr. IDP). Una galleria degli specchi che riflette all’infinito arcobaleni, striscioni, bandiere, sudore, glitter, piume, ali e via andare. Le IDP sono astoriche, sono il passatoilpresenteilfuturo, sono quello che è stato, quello che sarà a breve e quello sarà l’anno prossimo. Sono l’obiettivo a cui arrivare, anno dopo anno. Le immagini già pronte però quanto inibiscono in quanto termini di paragone?

Che le fasi del processo fotografico, cioè del rapporto cronologico e di causa/effetto tra cose fotografate e immagini, siano cambiate, di cosa viene prima e cosa viene dopo, non è una caratteristica delle IDP ma è proprio dei giorni-d-oggi.

C’era un evento, parliamo di una manifestazione politica, e chi aveva una macchina fotografica lo fotografava, che fosse la stampa, qualche fotografx amatoriale, qualcuno del partito o del movimento, la DIGOS, l’FBI, i rettiliani.

Adesso prima ancora dell’evento, ci sono delle foto, grazie alle quali

l’evento in sé si sviluppa graficamente fino alla sua massima fotografabilità. Grazie anche a tutta una serie di tecniche fotografiche come grandangoli che allargano lo spazio, focali cortissime che mettono a fuoco solo il soggetto lasciando tutto il resto sfocato, contrasto alto. E tecniche scenografiche come fumogeni, panueli, pugni alzati, gesti della vulva, bandiere, glitter, ammennicoli BDSM, tutto legittimo ma anche tutto molto scenografico.

Immagini che si rifanno ad altre immagini, che si rifanno ad altre immagini. Immagini che riassumono, condensano, propongono un tipo di esperienza. Il pride non è solo il pride ma è l’esperienza del pride (abbr. EDP).

Se uniamo le IDP e l’EDP il risultato non è una baracconata no, il pride è una baracconata solo per chi ha un’immaginazione povera e non trova argomentazioni migliori, il risultato è una brochure turistica. Le intelligenze artificiali potrebbero prendere tutto il materiale social e creare un corteo in 4d navigabile.

Vieni a provare la vera esperienza queer! Lasciati trasportare dall’ amore! E dall’orgoglio.

Come ogni esperienza ludica e turistica (cioè quello che fanno le persone cishet che vengono al pride, solo che preferiscono non definirsi turisti ma alleatx) tutto il lavoro dietro è invisibile. La cosa in fondo paradossale è che per commemorare un evento fortuito e non pianificato come Stonewall, c’è tutto un lavoro di pianificazione di mesi, di assemblee, di percorsi, di compromessi con la questura, il comune.

È inevitabile, la-prima-volta-fu-rivolta è una favola che ci raccontiamo per inserirci in una genealogia sovversiva che in ogni caso non può sopravvivere al tempo. Sembra strano ammetterlo ma ormai il Pride è una Tradizione, anche per l’immutabilità delle IDP che cristallizzano il pride in una fissità perenne. Si fa sempre nello stesso periodo, con le stesse modalità, con gli stessi processi politici.

In quanto Tradizione anche i ruoli e le reazioni saranno sempre le stesse. La destra borbotterà, i giornali faranno vedere le solite cose, anche se oltre alle tette delle trans adesso si vedono anche le tette cis con le X nere dei cortei transfemministi, le associazioni saranno soddisfatte.

Adesso il punto è capire quali sono le regole che abbiamo scelto e quali no.

Quali sono le regole della Tradizione (abbr. TDP), quali sono le regole imposte dalla politica istituzionale, quali dai bisogni rispetto a età/salute di chi organizza, quali sono i rapporti interni al comitato pride cittadino. Il pensiero politico è anche un pensiero corporeo.

Le IDP ci mostrano, ma non ci parlano. Proprio perché atemporali sembrano non avere delle storie dietro. Per esempio manca il sesso. Le relazioni, in immagine, sono mani nelle mani, baci, abbracci. Mancano i conflitti, sono immagini bidimensionali come una bandiera, ma sono anche immagini nelle quali riconoscersi, trovare sia un conforto che l’illusione di un conforto, sia una coesione che l’illusione di una coesione che esiste solo quel giorno. Mancano poi le droghe. Non che ci debba essere tutto questo, non che le IDP debbano essere come dei quadri di Bosch (per quanto me li farei tutti se fosse così), ma le IDP vengono composte secondo altri criteri e finalità.

Chi pensa davvero alle? I Pride sono l’ingresso nella comunità LGBTQIA+ di quelle piccole piccole creature che hanno l’acne invece dei glitter, e solo per questo andrebbero salvaguardati. Anche se non esiste la comunità LGBTQIA+ ma infiniti piccoli gruppi che si incontrano su valori e relazioni. Sono collettivi, microcollettivi, reti di amicizie, reti di ex, associazioni, reti di collettivi, e così via. Le dinamiche sociali sono le stesse del mondo fuori, bisogno di riconoscimento, giustizialismo, inclusione/esclusione dai gruppi, strutture gerarchiche, scalate nei quadri dirigenziali, privilegi, amori, gelosie, simpatie, antipatie.

Abbiamo chiesto un po’ di visibilità e ci è arrivato addosso un tornado di ipervisibilità conforme, per cui ne dobbiamo gioire in una danza ipercinetica ed estatica. La luce!, la luce della visibilità e del sole estivo! L’amore!

È come avere dei genitori che una volta che hai detto che ti piace tantissimo fragola e detersivo e questi genitori che pur di sottrarsi al loro compito educativo (ma qui vado già fuori di metafora) ti propinano fragola e detersivo in qualsiasi tipo di pasto, soprattutto sulle verdure. E se non sono i genitori è lo zio pedofilo, ma anche qui, sto deragliando.
O come, anzi è proprio così, l’algoritmo che si intrufola nelle nostri fragili psiche traumatizzate per propinarci ossessivamente quella macchinetta per fare i bottoni a forma di melanzana o quelle scarpe comodissime di petrolio fuso.

Se ho usato una metafora con dei genitori e della figliolanza è perché, a differenza di altri tipi di washing che non vanno dritti ai nostri bambinu interiori, il rainbow washing, non la bandiera in sé, è una grandissima manovra infantilizzante perché insomma sia il coming-of-age-coming-out è un genere appassionante, sia perché per rielaborare la consapevolezza della differenza ci vuole tutta la vita.

Quindi perché non sottrarsi al Turismo? Perché non sottrarsi alla Tradizione? Perché continuare a comprare le birrette calde e sottocosto dal tipo col carrello della spesa mentre gridiamo intersezionalità?

--

--